Cime religiose: 'Cime Tempestose' di Emily Brontë era un sermone, non una love story
"Estrarrò una medicina salutare dalle erbe amare della signora Dean".
Signor Lockwood
E voi? Avete estratto una medicina salutare dalla lettura di "Cime tempestose"?
Le probabilità sono scarse, perché questo romanzo viene profondamente frainteso da quasi 200 anni.
Ammettiamolo: quante di noi avrebbero preso in mano questo libro, se fosse stato etichettato come ‘romanzo religioso’, un sermone letterario con una morale profondamente cristiana ed evidenti influenze metodiste, in particolare i sermoni di Wesley?
Io probabilmente no.
La teoria prevalente vede questo romanzo come una storia d'amore appassionata tra un'eroina ribelle e femminista e un bel tenebroso, o come una storia gotica oscura con sfumature sessuali, il che indubbiamente lo rende più divertente e fa sembrare Emily più ‘cool’. Anche le poche volte che il libro è stato visto come religioso (ma senza inquadrarlo nella cornice metodista che descriverò qui) Heathcliff e Cathy vengono visti come "ribelli spirituali" e ancora glorificati per il loro comportamento.
Ma questa visione manca in pieno la vera essenza del libro, e di Emily.
Naturalmente l'ironia è che se i lettori e gli esperti non lo avessero interpretato in modo errato, questo romanzo non avrebbe avuto il successo che ha ancora, ed Emily Brontë non sarebbe celebrata come una grande scrittrice.
Ma credo che sia giunto il momento di dare a Emily quel che le spetta e di affrontare la verità...
Dato che mi rendo ben conto che immergersi nelle complessità religiose che Emily Brontë ha intessuto in questo libro molto criptico può diventare barboso, per chi non è religioso, vi suggerisco umilmente di interpretare parole come Satana e Inferno con concetti equivalenti per voi personalmente oggi. Per esempio, potreste immaginare Satana come un narcisista violento o come uno psicopatico e l'Inferno come l'esperienza di dover vivere con una persona del genere come il vostro partner, ex partner, figlio, genitore, capo al lavoro, estraneo ecc. Ho reso l’idea spero. Questo adattamento rende il romanzo ancora incredibilmente attuale anche per noi lettori contemporanei.
Il metodismo inglese e il Reverendo Wesley
Mi piacerebbe poter saltare a piè pari questa parte, ma dato che in Italia non sappiamo praticamente nulla su Wesley, e che senza Wesley è secondo me impossibile capire ‘Cime Tempestose’, serve sapere almeno le basi. Per il resto, tranquilli. Mi sono letta io una marea di sermoni di Wesley, una sua biografia e i suoi diari, così che non doveste farlo voi.
Chi era John Wesley, che cos'era il metodismo all'epoca di Emily e come faccio a sapere con certezza che Emily conoscesse le opere di quest'uomo?
Wesley era un teologo e il leader del movimento religioso noto come Metodismo, o come lo ha descritto la stessa sorella di Emily, Charlotte, nel suo romanzo ‘Shirley’: "John Wesley, (era) un riformatore e un agitatore.....".
Wesley ha scritto centinaia di sermoni molto popolari e suo fratello aveva scritto inni altrettanto popolari. Il Nord dell'Inghilterra, in particolare, era "in fermento per la rinascita evangelica" tanto che i genitori stessi di Emily si sono conosciuti in un'accademia wesleyana per i figli dei predicatori itineranti metodisti. Il padre era un seguace del reverendo Wesley e conosceva persino la vedova del migliore amico di Wesley, che lo aveva aiutato a trovare un lavoro. Anche la zia zitella Elizabeth - che ha allevato tutte le bambine dopo la morte della madre - era una convinta metodista, così come lo era l’intera famiglia dal lato della madre, i Branwell di Penzance, il cui vicino di casa aveva addirittura ospitato il reverendo durante uno dei suoi tour di predicazione in Cornovaglia.1 Infine, il più famoso curato di Haworth, qualche decennio prima di Patrick Brontë, era stato il reverendo William Grimshaw, grande amico di John Wesley.
Per quanto riguarda i libri che Emily potrebbe aver letto di Wesley, sappiamo con certezza che la famiglia possedeva un libro di inni di Wesley (che Anne era solita cantare), un altro libro con una raccolta di inni per i metodisti, oltre a una biografia del degno reverendo e un altro volume di Wesley (A Christian's Library). La madre aveva anche "lasciato tra i suoi effetti" un libro popolare tradotto dall'originale latino proprio da John Wesley ("Imitatio Christi"), un libro che - per inciso - sottolinea l'importanza di scrivere in forma anonima e di vivere in solitudine e in silenzio, lontano dal "mondo e da tutte le sue attrattive", proprio come fece Emily.
Il libro fu poi consegnato a Charlotte. È la stessa Charlotte a scrivere sulla prima pagina: "Questo libro mi è stato dato nel luglio del 1826".2
Anche la zia Elizabeth era notoriamente abbonata alla rivista metodista "The Methodist Magazine", che, come sappiamo da Charlotte, anche le ragazze leggevano da bambine. È anche molto probabile che possedessero o leggessero i famosi sermoni di Wesley e i suoi diari. In pratica, queste ragazze erano circondate ovunque dal metodismo. Come avrebbe potuto non lasciare un segno nelle loro creazioni letterarie?
In realtà, sappiamo già che è così, quindi non devo neppure insistere per convincervi. Sappiamo che Charlotte ha citato gli inni di Wesley in alcuni dei suoi romanzi. Ha anche citato in particolare proprio i sermoni di Wesley in "Shirley", dove dice che: "Rose e Martin leggevano alternativamente una serie di sermoni di John Wesley".
Per quanto riguarda la stessa Emily Brontë, gli esperti ci dicono che "le opinioni di Wesley sono riprese in due dei suoi saggi", scritti in francese nel suo anno in Belgio3. Per quanto riguarda ‘Cime tempestose’, un altro studioso ha sottolineato che il ritratto del predicatore Jabes Branderham4, nel sogno del signor Lockwood, potrebbe benissimo essere un ritratto del vero predicatore metodista Jabez Bunting, e io concordo. Infine, un altro esperto ha scritto che "i dettagli della scena finale della morte di Heathcliff possono essere ricondotti a una storia raccontata in uno dei diari di Wesley”.5
Peccato che questi studiosi si siano persi nei dettagli e che “non abbiano visto la foresta, per via dei singoli alberi” come dice il detto inglese. E io sono qui per mostrarvi l'intera foresta (chi è il taglialegna nella storia ve l’ho già detto nell'articolo: LET ME IN)
Ama il tuo vicino come te stesso (tranne se è Satana!)
Cosa c'era alla base del metodismo? Il cercare di trasformare le parole della Bibbia in un modo di vivere pratico, in particolare gli scritti del Nuovo Testamento, dove Gesù ha dato al mondo due nuovi Comandamenti:
"Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il primo e grande comandamento. E il secondo è simile: amerai il tuo prossimo come te stesso". Matteo 22:37-40
“Il tuo prossimo” però in inglese si traduce con “il tuo vicino di casa”, “your neighbour”.
E se c'è una cosa che è chiara fin dalla prima pagina del libro è che "Cime tempestose" è la storia di due vicini di casa...
Il signor Lockwood, che secondo me funge da guida per i lettori del romanzo - dandoci tutte le chiavi dei personaggi principali già nelle prime pagine - potrebbe rappresentare Emily Brontë stessa. Proprio come Emily infatti, non ama i medici, è un "misantropo", non ama troppo avere rapporti sociali ma è curioso dei suoi vicini e delle loro storie, proprio come Charlotte ci ha detto che fosse Emily. Rappresenta poi anche il cristiano (e il lettore) medio: qualcuno che si è un po' perso nella brughiera, un po’ ingenuo, che ha bisogno di una lanterna, di una guida, di qualche cartello visibile, e che ci viene detto che medita per ore su ciò che la signora Dean gli racconta, in modo da estrarre ‘una sana morale dalla sua amara storia’.
E il signor Lockwood ci svela la parola d'ordine più importante nella primissima riga: "Sono appena tornato da una visita al mio padrone di casa, l'unico VICINO con cui avrò la seccatura di avere a che fare".
Ma non si tratta qui del vicino di casa a cui tendiamo a pensare, bensì del concetto cristiano di questa parola (che per il resto dell’articolo tradurrò qui come ‘vicino’ e non come ‘il tuo prossimo’). Lascio che sia il reverendo Wesley a definire chi si intende con ‘neighbour’ nella Bibbia: "Le persone intese con "il nostro prossimo" sono: ogni figlio dell'uomo, tutti coloro che respirano l'aria vitale, tutti coloro che hanno anime da salvare". (Sermone 65)
Quindi i buoni cristiani dovrebbero amare il loro vicino come loro stessi. E invece, a causa della presenza di Satana in questa storia, già nel primo sogno del signor Lockwood ci viene detto che "la mano di ogni uomo era contro il suo vicino".
E cosa dovremmo fare se il nostro vicino è malvagio, un Satana incarnato?
Porgere l'altra guancia, come fa Hareton, e imitarlo? Sposarlo, sperando di riformarlo, come fa Isabella? Giocare a carte e bere con lui, come Hindley? Servirlo per soldi e chiudere un occhio su ciò che fa, come Joseph? Minacciarlo a parole come un toro, per poi obbedirgli docilmente e aprirgli le porte, come Nelly? Compatirlo e diventare la sua migliore amica, come Catherine? Presentarsi a casa sua senza invito, come il signor Lockwood? Andare a letto con lui, se è sexy?
Prima di darvi la risposta di Emily e del reverendo Wesley (qui e nel prossimo articolo), vediamo l'evidente incarnazione di Satana del romanzo...
HEATHCLIFF: il pagano diabolico nell’inferno di Wuthering
"Oltre all'amore di Dio, non c'è nulla che Satana aborrisca così cordialmente come l'amore per i nostri vicini. Perciò usa tutti i mezzi possibili per impedirlo o distruggerlo". Wesley (Sermone 72)
Una delle tante cose che si perdono nella traduzione in italiano di ‘Cime Tempestose’ è il nome di Heathcliff. Anche se non tutti concordano sulla sua origine, non serve un genio per vedere che metà della parola è HEATH, l’iniziale di HEATHEN = pagano, non credente, infedele. In pratica avremmo dovuto tradurlo come Paganino.
Emily ha cercato in tutti i modi di riempirci di indizi che mostrassero che cose esemplificasse questo pagano malefico nella storia. Ed è incredibile, scioccante e deludente vedere il potere delle copertine dei libri romantici e dei film di Hollywood nel trasformare questo mostro diabolico, capace di impiccare un cane, picchiare la moglie, terrorizzare la nipote e lasciar morire il proprio figlio, nell'eroe di una storia d'amore che molte donne sperano di trovare nella vita reale e da cui sperano di essere amate appassionatamente, nella sciocca speranza di redimerlo.
Emily era chiaramente consapevole di questo rischio (dopo tutto Satana è definito "il tentatore") ed è per questo che fa che sia lo stesso Paganino a mettere in guardia le più sciocche lettrici dal trasformarlo in "un eroe da romanzo". A metà del libro dice di sua moglie (che sta chiaramente subendo violenza domestica di vario tipo):
"(Isabella) ha abbandonato (la sua famiglia) mentre era sotto un’illusione.... s’ immaginava che io fossi un eroe da romanzo, e si aspettava illimitate indulgenze dalla mia devozione cavalleresca. Faccio fatica a considerarla una creatura razionale, tanto si è ostinata a farsi un'idea da favola del mio carattere e ad agire sulla base delle false impressioni che nutriva su di me. […] E’ stato un meraviglioso sforzo di perspicacia da parte sua, scoprire che non l’amavo".
Insomma, cos'altro avrebbe dovuto scrivere Emily per avvisarci?
Ma se anche voi, come Isabella, non siete inizialmente convinti che Heathcliff sia l'incarnazione di Satana nella storia, ecco un elenco di simboli infernali associati a lui e alla sua dimora, insieme a citazioni dai sermoni di Wesley che credo abbiano influenzato Emily nel creare questo personaggio malvagio.
Per cominciare, Paganino Heathcliff viene chiamato "diavolo" numerose volte nel corso del libro e lui stesso usa questa parola in continuazione. Solo per darvi una breve selezione:
"Che diavolo di problema c'è?"
"Il suo grido infantile ha mandato il sonno al diavolo per me".
Era "scuro quasi come se venisse dal diavolo".
"I diavoli gli hanno portato via l'anima" dice Joseph alla fine, quando Heathcliff è morto.
Ovunque poi a Cime Tempestose ardono grandi fuochi nel camino. Eppure, tutto il resto della casa è piuttosto malandato o vuoto. "Non c'è nulla di bello in quelle buie dimore; nessuna luce se non quella delle fiamme livide". (Sermone 73)
Isabella, che ha sposato questo mostro e quindi lo conosce carnalmente, dice che "preferirebbe di gran lunga essere condannata a una dimora perpetua nelle regioni infernali piuttosto che, anche solo per una notte, dimorare di nuovo sotto il tetto di W.H." (notate come non dica "anche solo per un giorno". Cosa è successo di notte con Heathcliff, viene da chiedersi?).
Heathcliff possiede chiaramente il "malocchio", che in tutto il mondo - Italia e Inghilterra comprese - veniva da sempre associato al potere di far male a qualcuno attraverso un semplice sguardo maligno. Nel libro ci viene detto che lo sguardo di Heathcliff ha il potere di fermare e terrorizzare le persone: "Heathcliff mi lanciò uno sguardo che mi impedì di interferire", dice Nelly.
Porta un gallo cedrone in dono a Lockwood e sappiamo che nel nord dell'Inghilterra "era comune sacrificare un gallo al diavolo" e "offrire polli agli spiriti maligni".
Gioca a carte con Hindley e "la predilezione del diavolo per il gioco delle carte è stata a lungo proverbiale" in quelle zone del paese. Come dice anche Joseph, il Diavolo "fa sempre un terzo, in una compagnia così malvagia".
Viene chiamato nero, sporco e scuro come "whinstone" (una pietra nera) e a quei tempi il nero era considerato il colore del "Principe delle tenebre".
La prima volta che appare qualcuno, per rispondere al signor Lockwood, è Hareton, descritto come "un giovane senza cappotto e con un forcone in spalla". Il tridente, o forcone, è uno dei più antichi simboli associati al Diavolo, risalente al Medioevo. Con esso, infatti, sottrarrebbe le anime a Dio.
Da adulto, viene descritto come un attraente "gentiluomo". "È uno zingaro dalla pelle scura nell'aspetto, un gentiluomo nell'abbigliamento e nei modi", ci dice Nelly.
E, come dice Shakespeare in ‘Re Lear’ (l'unico testo shakespeariano che Emily cita in questo romanzo non a caso) "il Principe delle Tenebre è un gentiluomo".
Nel capitolo 24, Cathy e Linton vogliono giocare insieme. "Lui accettò di giocare a palla con me. Ne trovammo due in un armadio... Una era contrassegnata da C. e l'altra da H.; io desideravo avere la C., perché stava per Catherine, e la H. poteva stare per Heathcliff, il suo nome; ma della crusca era uscita da H., e a Linton non piaceva.” - Perchè mettere un dettaglio così strano? Cos’ha a che fare la crusca con i l diavolo? Beh, è proprio un proverbio italiano che ce lo dice:
“La farina del diavolo va tutta in crusca”..Heathcliff possiede diversi cani selvatici, delle vere e proprie ‘bestie selvatiche’. È banale dire che questi cani rappresentano "la natura selvaggia e selvatica di Heathcliff", il suo lato passionale. Ma l’uso della parola "bestie selvagge" nel libro a me ha ricordato i sermoni, le lettere e i diari del reverendo Wesley, dove chiama costantemente "bestie selvagge" tutti i "pagani" che attaccavano lui e gli altri metodisti ovunque in Inghilterra. Ecco solo alcuni esempi:
"Quando cominciai a predicare, le bestie selvagge cominciarono a ruggire"
"Ragionavo con le bestie selvagge…"
Anche Hindley viene descritto come una "bestia selvaggia". E suo figlio Hareton da piccolo è terrorizzato all'idea di incontrare "la sua affettività da bestia selvaggia".
La prima descrizione del salotto di ‘Cime Tempestose’ ci mostra molti "piatti di peltro" sugli scaffali. Un oggetto casuale? Nessuna parola è casuale con un genio come Emily. Come ci racconta Jane Austen nelle sue lettere, "peltro" era all'epoca un'altra parola per dire "denaro". Sappiamo che Heathcliff possiede “non si sa quanto denaro, e ogni anno aumenta". Perché Emily ha dovuto specificare che ‘ogni anno aumenta’? Il Reverendo Wesley nei suoi sermoni indica che essere ricchi è già di per sé abbastanza pericoloso per un cristiano, "ma se il pericolo di avere (le ricchezze) è così grande, quanto più grande è il pericolo di aumentarle!" Pertanto, dice, “non c'è nulla di più prudente di questo ammonimento: "Se le ricchezze aumentano, non metteteci perlomeno il cuore". (Sermone 126) Ci viene anche detto che Paganino diventa sempre più avaro e che "desidera i beni del suo vicino" (e anche la moglie). Un'altra parola che indica il diavolo è Mammona, o denaro. Questo mi ha fatto ricordare che la madre di Emily aveva scritto un articolo intitolato "I vantaggi della povertà", che certamente le ragazze apprezzavano.6
All'inferno non c'è altra musica se non quella delle... bestemmie e delle imprecazioni contro Dio (sermone 73) e Heathcliff non va in Chiesa, bestemmia e "si sforza di inculcare l'ateismo" a Hareton (sermone 72)
Paganino Heathcliff spesso "geme" (‘groans’ in inglese) e digrigna i denti. Come dice Nelly: "Avrei preferito vederlo digrignare i denti piuttosto che sorridere così". Sempre Wesley scriveva che: "All'inferno non c'è altra musica che quella di [...] gemiti e grida; di pianto, lamento e stridore di denti".
Heathcliff beve vino e lo offre ai suoi ospiti. Il signor Linton invece gli offre del tè. Sappiamo che Wesley non beveva vino e nei suoi sermoni metteva in guardia dai pericoli dell'abuso di alcol, in particolare proprio del vino, che era una vera piaga al tempo in Inghilterra: "Voi vedete il vino quando scintilla nella coppa e state per berlo. Vi dico che c'è del veleno lì dentro! E, pertanto, vi prego di gettarlo via". (Sermone 140).
È violento con gli animali. Questo è sempre un segnale di allarme per le sorelle Brontë, come è giusto che sia. Impicca un cane, è un cacciatore, uccide uccellini e ci sono prosciutti in bella vista a Cime Tempestose. E sappiamo che Wesley era vegetariano. "Grazie a Dio, da quando ho rinunciato ai pasti di carne e al vino sono stato liberato da tutti i mali fisici".
Proprio come Satana, Heathcliff "ama tormentare chi non può distruggere" (sermone 42), così come fa con il signor Linton e sua figlia Cathy. "Se non riesce a convincerci a fare il male, vuole, se possibile, impedirci di fare il bene... diminuire, se non distruggere, quell'amore, quella gioia, quella pace, quella longanimità, quella dolcezza, quella bontà, quella fedeltà, quella mitezza, quella temperanza, che il nostro Signore opera per mezzo del suo Spirito amorevole in coloro che credono" (sermone 72). Poi "si sforza di instillare l'incredulità, l'ateismo, il malanimo.... contrario alla fede e all'amore" (sermone 72), come fa con Hareton, che cresce odiando il curato, suo padre e Nelly.
Anche per quanto riguarda il suo comportamento con Isabella, prima di sposarla, Paganino Heathcliff "si adopera per risvegliare passioni o temperamenti malvagi.... Si sforza di suscitare quelle passioni e quei temperamenti che sono direttamente opposti al "frutto dello Spirito". Ecco perché ha "l'impudenza" di abbracciarla (e in francese, come sapeva Emily, questo verbo significa "baciare") e di sussurrarle chissà cosa all'orecchio, facendola arrossire e voltarsi dall’altra parte. "Tentando così, per mezzo del corpo, di disturbare o sporcare l'anima. È chiamato con enfasi il tentatore". (Sermone 72). Per quanto riguarda il suo comportamento con Isabella dopo il matrimonio, sappiamo tutti cosa ha fatto.
Proprio come Barbablù, un altro personaggio malvagio delle fiabe, tiene la sua stanza ben chiusa a chiave e nemmeno la sua sposa può aprirla.
Heathcliff non è mai stanco. Proprio come gli "angeli del male" descritti dal reverendo Wesley, è "instancabile nel (suo) cattivo lavoro... non si stanca mai". "Per raggiungere i suoi scopi, lavora continuamente, con tutta la sua abilità e il suo potere, per infondere pensieri malvagi di ogni tipo nel cuore degli uomini". (Sermone 72)
Proprio come Satana, "veglia continuamente sui bambini per vedere quali circostanze [...] possono esporli alla tentazione [...]"(Sermone 72) ed è in effetti incredibile come sembra sempre sapere quando la piccola Cathy si trova sulle brughiere.
Ok. Credo che questo possa bastare.
CATERINA: un'anima perduta, divisa tra Paradiso e Inferno
Catherine, o Caterina che dir si voglia, viene descritta fin dall'inizio, nell'incubo di Lockwood, come una donna che "ha perso la strada nella brughiera". È quindi letteralmente un'anima perduta. Purtroppo Hollywood ha deciso di ritrarla principalmente come l'amante di Heathcliff, ma nel romanzo è anche chiaramente ritratta come molto innamorata di suo marito, il signor Linton.
In effetti, è letteralmente combattuta tra Heathcliff e Linton.
Quando le viene chiesto categoricamente di scegliere tra l'uno e l'altro, lei impazzisce e si rifiuta di farlo. "Rinuncerai a Heathcliff in futuro, o rinuncerai a me? È impossibile che tu sia mia amica e sua amica allo stesso tempo; e ho assolutamente bisogno di sapere quale dei due sceglierai", le chiede il marito Linton, dopo un terribile litigio con Heathcliff.
E cos'è questo se non una resa simbolica della sua anima divisa in due, tra il diavolo e Cristo?
Quando da bambina Catherine viene morsa da un cane, mentre spia i bambini a Thrushcross Grange, ci viene detto da Heathcliff che: "Il diavolo le ha afferrato la caviglia".
Avremmo dovuto ascoltarlo. Non intendeva il cane. Heathcliff intende davvero le cose che dice, a differenza di Nelly, che è piena di buone intenzioni a parole, ma non le mette in pratica (vedi il mio articolo: ‘La vera Nelly Dean’). Come la maggior parte dei lettori, io non avevo mai pensato si celasse un simbolismo dietro la caviglia rotta di Catherine, finché non ho letto questo sermone di Wesley:
"Non c'è dubbio che (il Diavolo) sia l'occasione, diretta o indiretta, di molti dei dolori dell'umanità, che coloro che non sanno spiegarseli altrimenti chiamano con leggerezza 'nervosi’. E innumerevoli incidenti, come vengono chiamati, sono senza dubbio dovuti alla sua azione; come... la rottura o la dislocazione delle ossa...". (Sermone 73)
Nel corso del romanzo, Catherine è sempre in balia del Diavolo. Ha anche attacchi di follia e all'epoca delle Brontë, soprattutto nel nord dell'Inghilterra, molte malattie mentali erano attribuite al diavolo.
In uno dei suoi sermoni, Wesley stesso si chiede:
"Alcuni pazzi sono in realtà degli indemoniati?".
"Sì", risponde. “Non c'è motivo di dubitare che anche molte malattie, sia di tipo acuto che cronico, siano causate o aumentate da un'agente diabolico; in particolare quelle che iniziano in un istante, senza alcuna causa distinguibile” (Sermone 72).
Continua poi spiegando come persino un medico lo avesse appoggiato nelle sue conclusioni: "Molti anni fa chiesi a un medico esperto, e particolarmente eminente per la cura della follia: "Signore, non ha ragione per credere che alcuni pazzi siano davvero indemoniati?". Mi rispose: "Signore, sono stato spesso incline a pensare che la maggior parte dei pazzi siano indemoniati".
Secondo un libro vittoriano sul folklore e le superstizioni del Lancashire7 (e ricordo che Emily e Charlotte erano andate a scuola a Cowan Bridge, nel Lancashire, da piccole), i sintomi di queste angosce demoniache comprendevano:
* deliri selvaggi
* convulsioni irregolari del corpo
* malesseri della mente
* crisi parossistiche terribili, con grande stupore degli spettatori
* la follia più grave
E non è forse questa la descrizione delle crisi di Catherine?
Molte di quelle stesse parole vengono usate da Emily nel romanzo. Cathy dice: "La mia ultima ondata di angoscia è stata inghiottita in un PAROSSISMO di disperazione. Non saprei dire perché mi sono sentita così rabbiosamente infelice: deve essere stata una follia temporanea, perché non c'è quasi una causa".
E poi Nelly dice: "Non disse altro finché il PAROSSISMO non fu finito".
Nel libro sul folklore del Lancashire ci viene detto quanto gli spettatori fossero stupiti da queste possessioni demoniache, e Nelly dice: "Non dimenticherò mai la scenata che ha fatto, quando abbiamo raggiunto la sua camera: mi ha terrorizzata". Per quanto riguarda la parola DELIRI, anche questa è stata usata più volte da Nelly.
Emily stava cercando in tutti i modi di farci "capire l'antifona". E se ci fosse sfuggito il concetto, è lo stesso Heathcliff a rivelarcelo, chiedendole: "Sei forse posseduta da un demonio per parlarmi in questo modo, mentre stai morendo?".
Sì che è posseduta! E l'ironia della sorte è che è posseduta proprio da lui (proprio come una donna di oggi sotto l'incantesimo di un partner distruttivo che non riesce a lasciare).
E dove andavano queste donne, quando morivano, secondo Emily e Wesley?
Nelly ci dice che Catherine morì "tranquilla come un agnellino", ma Catherine non può certo andare in Paradiso, posseduta dal Diavolo com'era e con la sua "piccola anima malvagia". Lei stessa lo sa: "Il Paradiso non sembrava essere casa mia".
Però non si merita nemmeno l'Inferno, perché non è completamente malvagia.
Vi ricordate come si metta a digiunare per qualche giorno e come recuperi la sanità mentale dopo i suoi attacchi di "follia"?
E cosa significava digiunare, simbolicamente, a quel tempo?
Sappiamo che John Wesley "praticava un digiuno settimanale dal tramonto del giovedì al tramonto del venerdì" e che "sosteneva il digiuno come disciplina spirituale regolare". Ha scritto infatti un intero sermone sul digiuno e quel sermone inizia dicendo: "È sempre stato il tentativo di Satana separare ciò che Dio ha unito" (Sermone 27). E non è forse questo che Heathcliff sta cercando di fare, rompere il sacro matrimonio di Linton e Catherine?
Ma torniamo al digiuno di Catherine. Il reverendo Wesley, citando dall' "Omelia sul digiuno", scrisse: "Quando gli uomini sentono in sé il pesante fardello del peccato, e capiscono che la dannazione sarà la loro ricompensa e vedono... l'orrore dell'inferno, tremano, e sono interiormente toccati dalla tristezza che hanno nel cuore... tanto che ogni desiderio di mangiare e bere viene messo da parte [...] (e) si mostrano stanchi della vita".
Ricordava inoltre ai suoi lettori (ed Emily ne ha certamente preso atto) che "gli uomini che sono in preda a forti emozioni mentali, che sono colpiti da una passione violenta, spesso ne sono inghiottiti e dimenticano persino di mangiare il loro pane. In questi periodi hanno poche attenzioni per il cibo, nemmeno per quello che è necessario per sostenere la loro natura. [...] Ecco dunque il terreno naturale del digiuno...".
Quindi durante il digiuno Catherine stava probabilmente lottando contro il demonio.
E se quest’ultima citazione ha ricordato anche a voi il digiuno di Heathcliff alla fine del libro, potreste anche ricordare che lui però non si pente, quando gli viene proposto di farlo, e che rifiuta anche l'invito di Nelly a ricevere un ministro della Chiesa e a leggere la Bibbia. Quindi il suo digiuno da solo non lo può salvare. Wesley lo dice chiaramente: "al digiuno uniamo sempre una fervente preghiera, riversando tutta la nostra anima davanti a Dio". E aggiunge che "per stare davanti a Dio nella gloria [...] non è necessario altro che il pentimento o la condanna del peccato". Heathcliff non si pente affatto invece. Non a caso, Emily fa dire chiaramente a Paganino:
"Per quanto riguarda il pentirmi delle mie ingiustizie, non ho commesso alcuna ingiustizia".
(Che faccia tosta!!)
"e non mi pento di nulla".
(Tipico degli psicopatici).
Inoltre, mentre Wesley dice che in quei momenti di digiuno e pentimento la persona vede "lo Spirito Santo", ci viene detto che Heathcliff vede invece “lo spirito di Cathy"!
Quindi, dal momento che Heathcliff sta chiaramente andando all'Inferno (o, come lo chiama lui, "il MIO paradiso"), cosa resta a Catherine, nel suo "stato intermedio", se non... il purgatorio?
La Chiesa anglicana rifiutava apertamente il Purgatorio come un’invenzione cattolica. Ma Wesley non era così chiaro sull'argomento. Credeva, senza dubbio, che "dobbiamo essere completamente purificati da ogni peccato, prima di poter entrare nella gloria", ma affermava che non tutti erano d'accordo sui tempi di questa "purificazione". "Alcuni credono che sia raggiunta prima della morte, altri nell'articolo della morte, altri ancora in uno stato successivo", afferma. Credeva anche che ci fossero "stati intermedi e che è nostro dovere pregare per coloro che vi si trovano".
Cosa credeva Emily?
Emily usa la parola "Purgatorio" due volte nel romanzo. E, cosa interessante, la prima volta riguarda proprio Catherine: "Fu in purgatorio tutto il giorno", ci viene detto. La seconda volta, invece, è usata dalla vittima del diavolo che riesce a salvarsi e ad evitare il rischio di finire in Purgatorio: Isabella.
Quando finalmente trova il coraggio di lasciarsi alle spalle l'Inferno Tempestoso e il marito demoniaco, ci racconta: "benedetta come un'anima fuggita dal Purgatorio, mi sono lanciata... precipitandomi verso la luce del faro della Grange".
Quando Catherine muore, Nelly continua a ripetere quanto sia angelica, quanto sembri in pace. Dobbiamo fidarci di lei? Poi aggiunge: "Si poteva dubitare che meritasse finalmente un'oasi di pace. Si poteva dubitare nelle stagioni di fredda riflessione, ma non in quel momento". Sì Nelly. Si POTEVA dubitare eccome...
"Ripercorrendo il percorso di Catherine Linton, temo che non abbiamo il diritto di pensare che lo sia". Esattamente.
L'idea che Catherine sia in Purgatorio spiegherebbe anche perché la vediamo come un "fantasma" che perseguita Heathcliff per anni, nel famoso incubo simbolico del signor Lockwood. Non è ancora ‘in pace’. Ma un giorno lo sarà.
Il signor LINTON: il vero cristiano che porta la croce e merita il paradiso
Se Heathcliff è un diavolo, e Cathy è combattuta tra lui e suo marito, e se questo marito è il peggior nemico di Heathcliff, ne consegue che il marito debba per forza essere il suo opposto, ovvero l'esemplificazione di un vero cristiano, o un angelo.
Come scrisse la stessa Charlotte Brontë nella sua famosa prefazione, il signor Linton è un esempio di vera "COSTANZA e TENEREZZA".
Nel romanzo il signor Linton viene anche descritto come un "agnello" e una "colomba", entrambi simboli di Cristo, e con "occhi d'angelo". Viene anche paragonato a un dolce caprifoglio, mentre Catherine è "una spina". Ci viene detto da Nelly che è "un padrone gentile" (e ‘padrone’ in inglese è ‘Master’, che vuol dire anche ‘Maestro’, come Cristo è chiamato nel Vangelo). Viene descritto anche come fiducioso, onorevole, devoto e paziente. Nella storia è anche colui che si porta in groppa la croce. E i metodisti pongono molta enfasi sul portare la nostra croce, come fece Gesù. Lo stesso Wesley menzionava spesso l'importanza di "portare le nostre croci". Il Vangelo dice: "Chi non prende la sua croce e non mi segue non è degno di me" e Wesley scrisse: "Le croci sono così frequenti, che chi ne approfitta, sarà presto un grande guadagnatore. Le grandi croci sono occasioni di grandi miglioramenti".
Croce in inglese si dice CROSS, e il Signor Linton vive a "ThrushCROSS Grange".
(Tratterò la parte relativa alla simbologia della parola THRUSH in un altro articolo)
Il signor Linton era anche un'esemplificazione della "tenerezza", scriveva sempre Charlotte, e diceva che sua sorella Emily credeva fermamente che gli uomini potessero essere teneri quanto le donne. E la devozione e la tenerezza di Linton nei confronti di Catherine sono certamente apprezzabili. Anche se i lettori moderni sono stati ingannati dalla rappresentazione hollywoodiana della cosiddetta "storia d'amore" di Cathy e Heathcliff, il vero esempio di vero amore nel libro è quello di Linton: sia l'amore terreno che quello cristiano.
E "Che cos'è l'amore?" Il reverendo Wesley chiede alla sua congregazione in uno dei suoi sermoni: "Per quanto riguarda la misura di questo amore, nostro Signore ci ha detto chiaramente: "Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore". A differenza di Heathcliff, Edgar Linton viene spesso descritto mentre va o viene dalla chiesa (o meglio, dalla "cappella", che come ci racconta Zillah, è il nome che i metodisti davano ai loro luoghi di riunione). Citando la Bibbia, Wesley dice anche che "l'amore è paziente e gentile, non si vanta, non è arrogante o scortese, non è irritabile. Sopporta ogni cosa, crede in ogni cosa, sopporta ogni cosa".
Di nuovo, non è forse il Signor Linton?
E nel suo sermone dal titolo "Lo spirito cattolico", Wesley afferma anche che l'amore che dovremmo provare per i nostri vicini è: "sempre disposto a pensare il meglio / a non pensare male del vicino/ (un amore) che spera... che la cosa brutta che gli viene riferita non sia mai stata fatta, o che non sia stata fatta nei modi che gli vengono riferiti, o almeno che sia stata fatta con una buona intenzione".
Ricordate come reagisce Linton quando gli viene detto che sua sorella Isabella è scappata con Heathcliff? "Non è vero! Non può essere!", dice. Ah. Tenero.
Certo, poi sembra lasciarla sola con quest'uomo malvagio senza muovere un dito per aiutarla, come sottolinea lo stesso Heathcliff, ma come gli ricorda Isabella: "Lui non sa cosa soffro. Non gli ho scritto QUESTO!".
Wesley dice anche: "L'amore sa sopportare la sofferenza a lungo”. “Se ami il tuo prossimo per amore di Dio, sopporterai a lungo le sue infermità". Linton certamente sopporta la malattia mentale di Catherine e i suoi abusi verbali (e fisici!) con grande pazienza, e sopporta anche Heathcliff fino a quando il troppo è troppo e deve porre fine al tutto.
Dopo la morte di Catherine, Linton è anche un modello in come ci si deve comportare con i lutti, a differenza di Heathcliff, che spinge la sua sofferenza troppo in là. Nel suo sermone sul lutto, Wesley infatti mette in guardia contro "le conseguenze negative e poco proficue, di natura peccaminosa, di un profuso cordoglio per i morti". Dice che dovremmo "lottare contro di esso", perché "il lutto, in generale, è il genitore di così tanto male e l'occasione di così poco bene per l'umanità". (Sermone 135)
Chiaramente non un sermone che Paganino si era letto!
Quando Catherine muore, Isabella ci dice che Heathcliff si era chiuso nella sua stanza e "lì ha continuato a pregare come un metodista: solo che la divinità che implorava è polvere e cenere; e Dio, quando si rivolgeva a lui, veniva curiosamente confuso con il suo padre oscuro!".
Infine, il signor Linton diventa un padre meraviglioso per Cathy. Ma dirò di più sull'eroina Cathy e sul suo amore per il "Padre" (sì, quello che sta in cielo) in un altro articolo.
Cathy e Heathcliff: grande storia d'amore o idolatria?
"Nelly, il mio più grande pensiero nella vita è Heathcliff... Lui è dentro la mia anima", dice Catherine. E noi ci sciogliamo: "Oh, quanto è romantico. Che passione. Se solo potessi amare o essere amata così anch’io!" - Orrore!
Non è affatto così che Emily voleva che vedessimo questa storia d'amore!
Più volte nel romanzo viene usata la parola ‘IDOLO’.
E "quali sono gli idoli di cui parla l'Apostolo?", si chiede Wesley. "La prima specie di questa idolatria è quella che San Giovanni definisce il desiderio della carne".
Non serve dire altro.
Non sono la prima a vedere il loro amore come un'idolatria, ma se non vediamo anche questo aspetto all'interno della cornice wesleyana, questo può portare le persone a raggiungere le conclusioni più inverosimili, persino a vedere quell'idolatria come una cosa buona! Oppure vedere Heathcliff e Catherine come "una coppia che crea un revival religioso", creatori di un nuovo tipo di spiritualità8 . Un uomo che lascia morire il proprio figlio, impicca un cane e fa quel che fa alla moglie viene definito "spirituale"? Qualcuno può davvero credere che Emily fosse così diabolica? Mi sento male.
Wesley nel suo sermone approfondisce il peccato che consiste nell’ "idolatrare una creatura umana". “Indubbiamente è volontà di Dio che tutti ci amiamo l'un l'altro...” ma purtroppo molti finiscono per "amare la creatura più del Creatore” [...] Non si può negare che (marito e moglie) debbano amarsi teneramente [...] Ma non è comandato né permesso loro di amarsi con idolatria. Eppure quanto è comune questo!". (Sermone 78)
Ma torniamo ora al primo nuovo Comandamento e al fulcro del Metodismo e quindi di Emily: i cristiani devono amare Dio "con tutta l'anima, la mente e il cuore".
Consideriamo ora l'amore di Catherine per Heathcliff. Come lo ama?
Catherine dice: "Nelly, il mio più grande pensiero nella vita è Heathcliff. È sempre, sempre nella mia mente" / "È dentro la mia anima".
E ora rileggiamo con gli occhi di Emily:
"Nelly, io NON amo Dio con tutta la mia mente e con tutta la mia anima".
Heathcliff dichiara allo stesso modo: "Non posso vivere senza la mia anima".
Di nuovo, è come ci dicesse: "NON amo Dio con tutta la mia anima".
Quindi, agli occhi di Emily, Heathcliff non è affatto un "eroe" romantico (o religioso). E la "storia d'amore" di Cathy e Heathcliff è la storia peccaminosa dell'idolatrare gli uomini più di Dio. O per coloro che non credono in Dio, è il pericolo di amare qualcuno al punto di perdere noi stessi o di diventarne ossessionati. In un ultimo articolo descriverò un esempio migliore di amore redentore, nella vera eroina di questo libro: la giovane Cathy.
La stessa sorella di Emily, Charlotte, nella prefazione del 1850 a ‘Cime Tempestose’, disse chiaramente che Catherine era ‘in mezzo a passioni pervertite e a una perversità appassionata’. Un ottimo riassunto! Di buono, secondo lei, ha l’essere piuttosto onesta e l’avere una certa bellezza nella sua ferocia. Quanto a Heathcliff, Charlotte ci dice che ‘he stands UNREDEEMED’, ovvero ‘irredento’, termine religioso che significa che andrà all’inferno, che non sarà salvato, perchè "mai una volta che abbia sterzato nel suo percorso che è andato dritto come una freccia verso la perdizione". E se credete che la sua “grazia redentrice” fosse il suo amore per Cathy, Charlotte si affretta a mettere a tacere questa idea dicendoci che non era così, che questo suo amore era "un sentimento feroce e disumano, una passione come quella che potrebbe ribollire e brillare nella cattiva essenza di qualche genio del male, un fuoco che potrebbe costituire il centro tormentato dell'anima sempre in sofferenza di un magnate del mondo infernale… che lo condanna a portare con sé l'inferno ovunque si trovi".
In conclusione, mi chiedo cosa proverebbe oggi Emily, vedendo il suo "sermone" così incompreso. Soprattutto se si considera che non ha scritto un libro per divertimento, rischiando il suo prezioso anonimato solo per dare sfogo alla sua immaginazione.
Questa donna si occupava di salvare le anime dall'inferno.
Dopotutto, aveva scelto di chiamarsi BELL...
Ma sul significato del suo pseudonimo BELL ci sarà un altro articolo.
Inferno o non inferno, Dio o non Dio, io ho estratto la mia medicina dall'amaro sermone di Emily. Spero che l'abbiate fatto anche voi.
Grazie Emily.
E grazie a voi per aver letto fino a qui.
Wright Sharon, The Mother of the Brontes: when Maria met Patrick, 2019, Pen & Sword History
Clement K. Shorter, ‘Patrick Bronte and Maria, his wife’, in ‘Charlotte Bronte and her circle’, 1896
https://www.thebrontes.net/reading/w (alla voce Wesley)
Stuchiner, J. (2020). Wuthering Heights: Brontë’s Parable of the Unforgiving Servant. Religion and the Arts, 24(1-2), 65-83. (Ho letto solo l’astratto, non dico di concordare con tutto l’articolo)
Sorensen, Katherine M. From Religious Ecstasy to Romantic Fulfillment: John Wesley’s Journal and the Death of Heathcliff in Wuthering Heights.Victorian Newsletter. 82 (Fall 1992)
Clement K. Shorter, ‘Patrick Bronte and Maria, his wife’, in ‘Charlotte Bronte and her circle’, 1896
Harland, John; Wilkinson, Thomas Turner "Lancashire Folk-lore: Illustrative of the Superstitious Beliefs and Practices, Local Customs and Usages of the People of the County Palatine". F. Warne 1867
Marie S. Heneghan, The Post-Romantic Way to God: Personal Agency and SelfWorship in Wuthering Heights. Australasian Journal of Victorian Studies 22.1 (2018)