**************Spoiler Alert per Persuasione e Orgoglio e Pregiudizio ************************
Chawton, autunno 1816
Signorina Impudenza,
Come sei impertinente a chiedermi chi fosse il mio Mr. Darcy.
Vergogna. Vergogna! Che ne è stato di tutta la timidezza del mondo? Tuttavia, per evitare l'imputazione di ostinazione o brutto carattere, soddisferò la tua curiosità.
Ma cosa devo dirti? Verità o falsità? Mi sforzerò di provare la prima delle due…
Nella tua ultima lettera mi dicevi che uno dei miei nipoti James un giorno scriverà un ‘memoir’ su di me. È davvero sconvolgente. Avrò un racconto affascinante da portare a mia sorella Cassandra stasera. Se è vero, spero che tutti voi prendiate i suoi ricordi con un pizzico di sale. Di certo non mi aspetterei di ottenere molte informazioni utili sulla tua vita sentimentale da tuo nipote!
E così i miei insolenti discendenti ti hanno parlato del fatto che ho avuto più di uno spasimante, non è così?
Tom Lefroy, il gentiluomo irlandese dagli occhi azzurri con cui ho ballato quando avevo vent'anni.
Harris Bigg-Wither di Manydown, che mi ha chiesto di sposarlo nel 1802.
Un terzo misterioso uomo affascinante che, a quanto pare, avrei incontrato durante una vacanza al mare con i miei genitori a Sidmouth, o a Lyme, nel 1799 o nel 1801, o nel 1802, un uomo che avrei visto per poche ore, o pochi giorni, al massimo quindici giorni, e che è morto improvvisamente poco dopo avermi incontrata, povera anima. Non vi è stato dato nessun nome, nessuna professione, nessuno straccio di lettera, i miei parenti non sono d'accordo su di lui, nessuno l'ha visto o conosce suo fratello, ma voi siete sicuri che era un pezzo di perfezione. Beh, ad essere sinceri, questa storia sembra qualcosa che Cassandra, che è la migliore scrittrice comica dell'epoca attuale, potrebbe facilmente inventare per proteggere la privacy di tutti e distogliervi dall'uomo che ho veramente amato. Mi sorprende che tanti ci siano cascati! Dovrò congratularmi con lei quando tornerà a casa.
Ma di grazia, dimmi, tu chi pensi che io abbia amato veramente dei tre, cara futura lettrice? Devo dirtelo o lasciarti indovinare? Lo so. La tua mente è in continua oscillazione, e a volte ognuno dei tre è ritenuto il più probabile. Ebbene, se si tratta di tirare a indovinare, tira a indovinare da sola. Farsi guidare da congetture di seconda mano è pietoso.
Ma presto saprai tutto. Non voglio avere segreti con te. La dissimulazione di ogni genere è la mia avversione, né mi vergogno dei sentimenti di cui ti racconterò. Non saranno più repressi. Invano ho lottato. Non lo farò più.
La verità è che sono stata costretta alla prudenza in gioventù, e che ho imparato il romanticismo su con l’età: il seguito naturale di un inizio innaturale...
Harris Bigg-Wither: un uomo molto piacevole
Per raccontarti la mia versione della storia, dovrò riportarti con la memoria al 2 dicembre 1802, la sera in cui Harris mi chiese di sposarlo. Non pensare che io abbia dimenticato quella data...
All'epoca vivevo a Bath e sentivo molto la mancanza dei miei amici di Steventon, dove ero nata e cresciuta. Durante una visita a mio fratello James nella canonica di Steventon, le mie care amiche Catherine e Alathea Bigg invitarono me e Cassandra a rimanere a Manydown per qualche settimana, nella loro bellissima tenuta.
Fu un invito molto gradito. Il loro fratello Harris aveva da poco lasciato l'Università di Oxford e anche una loro sorella sposata, la signora Heathcote, viveva lì con il figlio William, dopo aver perso il marito pochi mesi prima.
Naturalmente Cassandra e io accettammo l'invito con piacere.
Harris aveva solo ventun anni all'epoca, mentre io stavo per compierne ventisette e sentivo che mi stavo avvicinando a quelli che noi donne qui chiamiamo ‘gli anni del pericolo’. Ai miei tempi, una donna di 27 anni non può più sperare di provare o ispirare affetto, pensavo. Tuttavia, a volte capita che una donna sia più bella a quell'età di quanto non fosse dieci anni prima; e, in generale, è un periodo della vita in cui difficilmente si perde il fascino, se non ci sono state malattie o stress.
Ora, non conosco tutte le falsità scandalose che hai sentito sul suo conto, ma posso assicurarti che Harris è un uomo sensibile e piacevole, ed è certamente un buon fratello. A prima vista, il suo modo di fare non colpisce; e la sua persona non può essere definita bella, finché non si percepisce l'espressione dei suoi occhi, che sono straordinariamente belli, e la dolcezza generale del suo volto.
Credo che Harris sia troppo diffidente per rendersi giustizia da solo, i suoi modi richiedono intimità per renderli piacevoli, ma quando la sua timidezza viene superata, il suo comportamento dà tutte le indicazioni di un cuore aperto e affettuoso. È piuttosto alto e robusto e ha in sé il più bel miscuglio di fortezza e gentilezza. È vero che suo padre si è mostrato molto preoccupato per la futura educazione di Harris, che soffre di un difetto di pronuncia - come già saprai - e quindi è stato per qualche tempo a studiare da un precettore privato, il signor Wallington, prima di essere mandato al Worcester College, a Oxford. Questo difetto di pronuncia lo rende così scioccamente timido da sembrare spesso negligente, quando invece è solo riservato per via della sua naturale goffaggine.
Ma per quanto riguarda l'affermazione che Harris sia "rozzo", stai facendo una cosa molto scortese nel diffondere questa notizia. Sì, può essere "poco raffinato", è vero, ma di grazia, cos'è la raffinatezza per me? Mia nipote Fanny, di Godmersham, sono sicura che trovi anche me e Cassandra poco raffinate, ma che importanza ha?
Credo che nessuno possa dubitare del buon senso e della bontà di Harris, se lo ha visto abbastanza spesso da poterlo coinvolgere in una conversazione senza riserve. L'eccellenza della sua comprensione e dei suoi principi può venir nascosta solo da quella timidezza che troppo spesso lo fa restare zitto. Spero che ora tu sappia abbastanza di lui da rendere giustizia al suo solido valore. Sono sicura che la sua vita futura ti dimostrerà il suo carattere.
Harris non è il primogenito, ma sua madre Margaret è morta quando lui aveva solo tre anni, e anche suo fratello maggiore è morto quando lui aveva solo tredici anni, lasciandolo come prossimo erede di Manydown Park. È per questo che credete tutti che io abbia accettato la sua proposta? Per soldi? A che gioco stai giocando, cara lettrice? Speculazione, credo. Beh, ai miei tempi ho trascorso anch’io delle ore piacevoli all'insegna del gioco di carte chiamato ‘Speculazione’, quindi non posso giudicarti, ma forse, col tempo, potrai convincerti che non c'è nulla di vero in quelle notizie.
Ma sarò più raccolta, più concisa...
Mia sorella e io abbiamo iniziato la nostra visita a Manydown il 25 novembre e abbiamo trascorso la prima settimana in modo molto piacevole. La sera del 2 dicembre, dopo cena, la sala migliore era stata illuminata e la compagnia si era riunita lì. Era un misto di persone che non si erano mai incontrate prima e di persone che si incontravano fin troppo spesso: Cassandra e io, le sorelle di Harris Kitty (la mia migliore amica) e Alathea, Harris e suo padre, il Signor Wither, e poi sua sorella Elizabeth con il figlio e anche alcuni amici di famiglia, e io ho concesso la mia compagnia, a turno, a un po’ tutti.
Sembrate tutti assolutamente convinti che la proposta di Harris mi abbia colta di sorpresa quella sera e che la mia decisione di sposarlo sia stata presa frettolosamente, ma, cara lettrice, tu credi davvero che una scrittrice che passa la vita a osservare le persone e a descriverne i sentimenti nei minimi dettagli, non avrebbe notato i numerosi cambiamenti nel suo comportamento? Devi ammettere che non ero così impreparata a ricevere la domanda di matrimonio come tutti credete. Avevo qualche pensiero in proposito, qualche supposizione su cosa potesse accadere. Vedevo che cercava di compiacermi con tutte le attenzioni in suo potere ed era molto devoto a me, durante tutta quella settimana trascorsa sotto lo stesso tetto.
E tu mi credi davvero incapace di leggere il mio stesso cuore? È piuttosto strano, considerando che tutti voi sembrate considerarmi un genio della letteratura, come Shakespeare e Walter Scott! Eppure, a quanto pare, non mi date lo stesso credito quando si tratta di osservare i miei sentimenti. Mi ritenete instabile: facilmente influenzabile dal capriccio del momento, facilmente tentabile.
"Ma come ti ha chiesto di sposarlo?", mi hai scritto nella tua lettera.
2 dicembre 1802: la notte della proposta di matrimonio
Beh, voi sembrate tutti molto sicuri che Harris mi abbia fatto la sua proposta di persona, faccia a faccia, e che il mio "sì" sia stato dato sull'impulso del momento, ma vi è mai venuto in mente che Harris potrebbe non avermi mai detto una parola? Ricorda com'è fatto, quanto sia dolorosamente timido, quanto è più giovane di me e soprattutto ricordati che balbetta!
Ti è mai venuto in mente che Harris potrebbe avermi messo per iscritto la sua proposta di matrimonio? Non sottovalutiamo mai il potere di una lettera ben scritta. Considerando tutto, una lettera è decisamente il miglior metodo di spiegazione in questi casi. Il gentiluomo è in grado di scrivere molto di quello che non potrebbe dire, e può dare alla signorina il tempo di riflettere prima di decidere la sua risposta, e di solito si ha meno paura del risultato di una riflessione che di un impulso immediato e frettoloso.
E ora immaginati la scena in quel salotto. Immaginati Harris che ripiega una lettera in gran fretta. Dopo averla sigillata, immagina la sua aria frettolosa e agitata, che mostra l'impazienza di andarsene. Se ne uscì dalla stanza senza dare nell'occhio e io ebbi solo il tempo di avvicinarmi al tavolo dove stava scrivendo, quando si sentirono dei passi che tornavano; la porta si aprì ed era lui. Ci chiese scusa, aveva dimenticato i guanti e, attraversando immediatamente la stanza fino al tavolino, estrasse la lettera, la pose davanti a me con degli occhi pieni di ardente implorazione fissi su di me, e raccogliendo frettolosamente i guanti, uscì di nuovo dalla stanza: il lavoro di un istante! Le sue sorelle non se ne accorse nemmeno.
La lettera, con la scritta a malapena leggibile, indirizzata alla "signorina J. A." era evidentemente quella che aveva piegato così frettolosamente. Mentre io supponevo che stesse scrivendo a un amico, lui invece aveva scritto a me! Sprofondando nella sedia che aveva occupato lui stesso, i miei occhi divorarono le sue parole:
"Non so fare bei discorsi, Jane. Come ben sai, non sono un oratore, quindi devo parlarti con i mezzi che sono alla mia portata. Tu mi trafiggi l'anima. Sono per metà in agonia e per metà pieno di speranza. Non ho amato altre che te. Mi offro a te con un cuore ancora più tuo di quando hai amabilmente danzato con me per la prima volta, quando ero solo un bambino. Solo per te, creatura troppo buona, troppo eccellente, io penso e faccio progetti. Non l'hai capito? Non avrei aspettato neppure questi sette giorni, avessi potuto leggere prima i tuoi sentimenti, come credo che tu abbia penetrato i miei. Non puoi non aver capito i miei desideri. Ti prego di credere che il mio attaccamento a te è forte e irriducibile. Ma non riesco a scrivere altro. Devo andarmene, incerto sul mio destino; ma tornerò qui il più presto possibile. Una parola, un tuo sguardo, saranno sufficienti per decidere se chiederò alla tua famiglia il permesso di sposarti questa sera o mai più".
***
Cara lettrice, rapita dalla contemplazione della mia impronunciabile felicità, a stento riuscii ad aprir bocca. Da una proposta del genere non ci si riprende presto. La rivoluzione che un solo istante aveva compiuto in me... è quasi impossibile da esprimere. Fu una felicità travolgente. E chi può dubitare di ciò che seguì? Ti basti immaginare che quando lui tornò nella stanza, poco dopo, i miei occhi luminosi e il mio sorriso timido gli resero impossibile fraintendere il mio "sì". Ancora un po' più vicino, e una mano mi fu presa e premuta al petto; e "Jane, mia cara Jane!" proruppe in tutta la pienezza di uno squisito sentimento - e ogni suspense e indecisione finirono. Sarebbe difficile dirti chi era il più felice dei due: io, nel ricevere le sue dichiarazioni e la sua proposta, o lui nel vedersela accettare.
Cassandra e sua sorella Catherine furono felicissime di apprendere la notizia e fecero di tutto per lasciarci soli per un po' di tempo per un tête-à-tête. Le pregammo di non dire ancora nulla a nessuno, perché Harris doveva ancora chiedere il permesso a mio padre, ma eravamo squisitamente felici, certi nella conoscenza del carattere, della sincerità e dell'attaccamento l’uno per l'altro. Riuscimmo ad abbandonarci a quelle retrospettive e soprattutto a quelle spiegazioni di ciò che aveva preceduto il momento presente, che erano così toccanti e di incessante interesse.
Mi disse che era innamorato di me da quando aveva almeno tredici anni. Per una donna è già qualcosa avere la certezza, a ventisette anni, di non aver perso il fascino della sua prima giovinezza. Ma ci furono tra noi emozioni di tenerezza che non possono essere racchiuse in parole. Seguì un breve periodo di squisita felicità, ma molto breve. Ben presto sorsero dei problemi...
Alla fine di quella serata straordinaria andai in camera mia e rimasi costante nella gratitudine per la mia gioia. Dividevo la stanza con Cassandra, che presto mi raggiunse e mi chiese di dirle senza indugio da quanto tempo lo amassi:
"Non riesco a fissare l'ora, né il luogo, né lo sguardo, né le parole che hanno gettato le basi del mio amore", le risposi. "Il mio amore per Harris è nato così gradualmente che quasi quasi non so quando sia iniziato. È passato troppo tempo. Ero già a metà strada prima di sapere che era cominciato", le dissi.
E poi bussarono alla porta...
Ho accettato la sua proposta perché lo amavo
Se ho capito bene, mia nipote Caroline - che all'epoca non era ancora nata - vi avrebbe detto che la mattina seguente io ho rifiutato la proposta di Harris.
Molto vero, mia cara. È fin troppo vero. Tu sei ben informata su questo. Tuttavia, leggendo alcune delle motivazioni che mi hai riportato, mi sono per metà arrabbiata e per metà divertita. Credi davvero che io fossi pronta a sposare Harris solo per i suoi soldi, o perché essere padrona di Manydown sarebbe stato bello? Mi ritenete davvero peggiore di una Lucy Steele o di una Charlotte Lucas? Con un'opinione del genere, non c'è da stupirsi. Di grazia, perché pensate tutti che non amassi Harris? Qui c'era un giovane uomo di buon senso, di carattere, di buon temperamento, di bei modi e di grande fortuna, estremamente affezionato a me e che ha chiesto la mia mano nel modo più bello e disinteressato, e io potrei vivere diciotto anni ancora a questo mondo senza che un uomo con la metà del patrimonio di Harris o una decima parte dei suoi meriti mi rivolga la parola!
Tu non sembri neppure contemplare la possibilità che io lo stimi molto, che abbia la più alta opinione al mondo della sua bontà e del suo buon senso, che lo consideri tutto ciò che è degno e amabile. In breve, che... io lo ami.
Ma non è con le mie proteste che cercherò di convincerti; non è dicendoti che i miei affetti sono saldi. La mia condotta parlerà per me; l'assenza, la distanza, il tempo e i miei romanzi parleranno della costanza del mio amore per Harris.
"Perché hai rotto il fidanzamento il giorno dopo allora?", ti chiederai giustamente. Ma non sono sicura di potertelo dire. Sembrate tutti così desiderosi di fidarvi di mia nipote, nonostante lei vi abbia detto di aver solo "ipotizzato" che io non provassi nulla per Harris, anche se lei stessa ha ammesso di non avere "alcuna prova da offrirvi". Eppure tu credi alla supposizione di tutti che all'inizio io abbia accettato Harris solo per i vantaggi della sua posizione e della sua ricchezza.
Che provocazione! Cara lettrice, come puoi immaginare che io sia, anche solo per qualche ora, una sostenitrice di un matrimonio senza amore? Dovresti sapere che sono sempre stata convinta che se una donna può esitare a dire "Sì", dovrebbe dire direttamente "No". Il matrimonio non è uno stato in cui si può entrare con sentimenti dubbi, con il cuore a metà. Alcuni degli eccellenti studiosi che mi hai citato sembrano convinti che io abbia spezzato il cuore di questo giovane uomo rispettabile, solo perché quella sera avrei deciso di intraprendere la carriera letteraria invece di sposarmi, come se non avessi mai contemplato la questione nei primi ventisette anni della mia vita! E poi, se questa fosse stata la mia unica riserva, Harris non ci avrebbe pensato due volte a darmi il permesso di scrivere, piuttosto che perdermi per sempre!
Ma voi non credete che lui mi amasse... E’ così, vero?
Cara creatura, non puoi supporre, anche solo per un secondo, che ci amassimo davvero, e che sia stato qualcun altro, qualcuno di cui mi fidavo e che ammiravo, a convincermi a non sposarlo?
Come sono stata persuasa a rompere il fidanzamento
Se ti dicessi che quella sera qualcuno mi convinse a cambiare idea?
Se ti dicessi che qualcuno ha bussato alla mia porta e parlandomi col cuore in mano mi ha detto che Harris era troppo giovane per un fidanzamento del genere, che lui, non io, se ne sarebbe pentito in futuro e che si era solo illuso di essere innamorato di me, ma che il suo affetto in realtà forse era solo quello di un caro fratello?
Ma forse ti ho detto abbastanza. Forse hai già intuito chi fu questo consigliere che mi convinse a rifiutare Harris. In caso contrario, torna a quella sera…
Sebbene la proposta di matrimonio per lettera abbia i suoi meriti, il pericolo maggiore è che espone chi la scrive a tutti i mali di una consultazione. Il pericolo maggiore è che la donna consulti qualcuno che è contrario al matrimonio, con l'uomo a distanza incapace di perorare la propria causa, e quando la mente è anche minimamente indecisa, un consigliere può, in un momento sfortunato, indurci a fare ciò che in seguito potremmo rimpiangere.
Conoscerai certamente le nostre tradizioni… Dopo che la proposta è stata accettata, è compito del gentiluomo recarsi dal padre della fidanzata e chiedergli il permesso di sposarsi e di stabilire tutti i dettagli del contratto, soprattutto quando un uomo è ricco come Harris. Ma ricordati che mio padre era lontano, a Bath, quella sera. A chi, quindi, Harris poteva chiedere il permesso di sposarmi, dopo essere stato accettato? Quale membro della mia famiglia avrebbe potuto essere invitato come ospite, e amico di famiglia, per fare da chaperon al posto di nostro padre a me e mia sorella? Chi altro avrebbe potuto essere così protettivo nei confronti degli interessi di Harris e allo stesso tempo nei miei confronti?
Davvero non hai mai sospettato di uno dei miei fratelli maggiori?
Su, su. Non fare finta di essere sorpresa. Hai letto "Orgoglio e pregiudizio".
Ricorderai sicuramente che il Signor Darcy convince il suo buon amico Bingley a non sposare la sua amata... Jane. E ora immagina la scena. Usa di nuovo la tua fantasia.
Quando Harris andò da mio fratello - diciamo James - per chiedergli il permesso di sposarmi, quella sera di dicembre, senza in realtà negare il suo consenso, o dire che non sarebbe mai dovuto accadere, questo fratello forse gli diede tutta la negatività che può dare un grande stupore, una grande freddezza, e un grande silenzio.
Quel tipo di consenso fu comunque sufficiente per Harris, ma non per me!
Ora immaginati James che quella sera bussò alla mia porta. Mi aspettavo con ansia le sue felicitazioni, ma invece mi convinse a credere che Harris mi aveva chiesto di sposarlo solo perché voleva, quasi come un fratello, darmi tutti i vantaggi e la protezione che la sua famiglia, il suo nome e la sua casa potevano darmi. Harris sapeva che Bath non mi piaceva, sapeva quanto fossi povera e quanto fossi legata a Cassandra. Non poteva vedermi soffrire senza il desiderio di darmi sollievo. Era un impulso di pura amicizia il suo, mi disse James; era una prova del suo cuore caloroso e amabile, che non posso contemplare senza provare emozioni così composte di piacere e dolore, che non so quale prevalga. Immaginati Harris, per tutti quegli anni, mentre sentiva le sue sorelle parlargli sempre così bene di me e come sentisse spesso la nostra comune amica, la signora Lefroy, dirgli quanto fossi triste a Bath, quanto fossi sola e povera.
E come fa un cavaliere a salvare una damigella in difficoltà? Mio fratello mi convinse che Harris stava solo cercando di essere cavalleresco e di fare la cosa più onorevole proponendomi di sposarlo, visto che era nella posizione di potermi aiutare. Mi convinsi quindi che il suo amore era solo pietà, la sua tenerezza un affetto fraterno, ma che non mi amasse realmente, quindi nulla avrebbe potuto giustificare la mia accettazione della sua proposta.
Ho sbagliato a credere a mio fratello?
Una vera Lady Russell...
Ma il signor Darcy non ha agito da solo nel separare Bingley da Jane, vero? Un'altra donna era contraria a quel matrimonio, per motivi diversi. E poi pensa alla figura di Lady Russell nel mio romanzo ‘Persuasione’.
Chi potrebbe essere nella mia storia? Pensaci! Chi era la nostra amica in comune, una che aveva quasi l'amore di una madre nella stima di entrambi, e che conosceva molto bene le nostre famiglie? Di quale donna sensibile e meritevole potevo fidarmi così pienamente, come ho fatto? Chi conosci di rigorosa integrità, ospite abituale dei balli di Manydown, amica di James e di cui devo aver parlato spesso nelle mie lettere?
Questa gentildonna aveva un delicato senso dell'onore; ma era tanto sollecita per il credito della famiglia Bigg-Wither, tanto aristocratica nelle sue idee di ciò che era loro dovuto, quanto chiunque di buon senso e onesto poteva essere. Sebbene con un orgoglio più temperato e perdonabile di quello di mio fratello, anche lei accolse il legame tra me e Harris come un legame molto sfortunato. Vedere Harris, con tutte le sue qualità di ricchezza e di intelligenza, buttarsi via a ventun anni, impegnarsi in un fidanzamento con una donna più anziana di lui, che non aveva nient'altro che se stessa come dote, e nessuna speranza di raggiungere l'agiatezza se non nella possibilità di una professione incerta come quella di scrittrice, e nessun parente altolocato... Si può immaginare che pensasse che sarebbe stato, in effetti, un vero e proprio "buttarsi via" per lui. Deprecava il nostro legame sotto ogni punto di vista. Mio fratello aggiunse che il mondo in generale si sarebbe unito al disprezzo.
Forse durante quella settimana quella donna aveva visto, insieme a mio fratello maggiore, che Harris mi preferiva a qualsiasi altra giovane donna del paese. Ma fu solo la sera in cui lui mi chiese di sposarlo che lei ebbe qualche timore che lui provasse un serio attaccamento. Al ballo precedente mio fratello era stato forse messo al corrente per la prima volta che le attenzioni di Harris nei miei confronti avevano fatto nascere un'aspettativa generale sul nostro matrimonio tra la gente. Alcuni ospiti forse ne parlarono come di un evento certo, di cui solo la data poteva essere indecisa. Forse l'inquietudine di questa donna era stata ugualmente agitata.
Forse ne parlarono tra di loro mentre noi ballavamo o parlavamo, beatamente ignari. Da quel momento osservarono attentamente il comportamento di Harris e poterono così percepire che la sua parzialità nei miei confronti andava oltre quanto avevano mai visto in lui. Il mio sguardo e i miei modi erano aperti, allegri e accattivanti come sempre, ma senza dare alcun sintomo di particolare riguardo per lui, e forse da quel loro scrutinio rimasero convinti che, sebbene ricevessi le attenzioni di Harris con piacere, non le invitassi con la partecipazione dei miei sentimenti.
Non si può biasimarmi per quella apparente freddezza nei suoi confronti. Spesso ho creduto che la nostra stima fosse reciproca e non avevo dubbi sulla sua preferenza verso di me, ma avevo bisogno di maggiori certezze. E oltre alla sua inclinazione, non potevo essere sicura di come l'avrebbe presa suo padre se lui avesse voluto sposare una donna più giovane che non avesse né una grande fortuna né un grande rango. A volte c'era in lui una mancanza di spirito che sembrava denotare indifferenza, e anche quella settimana a Manydown, a volte non faceva distinzione tra me e Cassandra nelle sue parole. Era il riguardo di un fratello affettuoso per entrambe. A volte, per qualche minuto doloroso, avevo creduto davvero che il suo riguardo non fosse altro che amicizia. Non puoi quindi meravigliarti se ho voluto evitare di incoraggiare la mia parzialità troppo apertamente.
Ma forse mio fratello e questa donna pensarono che avessi un cuore freddo. La loro coincidenza di sentimenti fu presto scoperta e, consapevoli che non c'era tempo da perdere per staccarmi da Harris, si impegnarono prontamente a indicarmi i mali certi di una simile unione.
Ma non voglio parlare male dei morti. Questa signora era una donna benevola, caritatevole, buona e capace di forti legami. Aveva una mente colta e, in generale, era razionale e coerente; ma aveva pregiudizi che le facevano preferire i nobili; aveva un parzialità per chi era di alto rango sociale che la rendeva un po' cieca di fronte ai difetti di coloro che lo possedevano.
Essendo amica di una famiglia così importante come i Bigg-Wither, forse desiderava che Harris aumentasse la sua ricchezza e la sua importanza; forse desiderava che lui sposasse una ragazza che avesse tutta l'importanza del denaro e del rango. Ora capisco che entrambi pensavano che quella con me fosse un'alleanza molto degradante per lui. E come sono veloci ad arrivare le motivazioni, quando vogliamo approvare ciò che ci piace! Io non credo di essere inferiore ad Harris solo perché sono più povera e senza titoli. Harris è un gentiluomo e io sono la figlia di un gentiluomo. Fin qui siamo uguali! La sproporzione nella nostra fortuna non è nulla: non mi ha mai dato un attimo di preoccupazione. È contrario anche alla dottrina di mia madre che la differenza di fortuna debba tenere separate le coppie che sono attratte dalla somiglianza di carattere. Mio fratello e quella donna si sono sbagliati nei confronti di entrambi; sono stati ingiustamente influenzati dalle apparenze in ognuno di noi; poiché i modi e l'età di Harris non si adattavano alle loro idee, sono stati troppo veloci nel sospettare che indicassero un carattere di pericolosa irruenza. E la serenità del mio volto era tale da far credere all'osservatore più acuto che, per quanto amabile fosse il mio temperamento, il mio cuore non sarebbe stato facilmente toccato. Che volessero credermi indifferente è certo. Naturalmente si erano sbagliati di grosso.
Ma permettimi di rassicurarti sul fatto che, per quanto questa rimostranza possa aver fatto vacillare la mia determinazione, non credo che alla fine avrebbe impedito il matrimonio, se non fosse stata accompagnata dalla certezza dell'indifferenza di Harris. Mi convinsero che lui si era ingannato, che era troppo giovane per sapere cosa voleva e che in futuro si sarebbe pentito delle sue azioni. Io ero la più grande dei due, diceva mio fratello, spettava a me proteggerlo dal commettere un errore così insopportabile, eterno e imperdonabile. Harris teneva a me come a una sorella, tutto qui. Non sopportava di vedermi soffrire e pensava al matrimonio come alla soluzione di tutti i miei problemi. Non mi amava veramente, dicevano. La sua era solo amicizia.
Convincermi a non accettare la sua proposta, quando questa convinzione era stata data, fu un lavoro di poco conto... Una tale opposizione era più di quanto io potessi combattere. Forse sarebbe stato possibile resistere alla volontà di un fratello, ma questa donna, che avevo sempre amato e su cui avevo fatto affidamento, non poteva, con una tale fermezza di opinioni e una tale tenerezza di modi, consigliarmi invano.
La mattina dopo: un toro contro un mulo
Potrai ben immaginare in che condizioni andai a letto dopo aver parlato con loro. Le riflessioni vanno riservate per le ore di solitudine. Fu necessario stare sveglia per metà della notte per comprendere tutto, e piangere. Mi dicevi che i miei discendenti vi diranno che il mio sì fu un’ "illusione". Beh, non mi ero affatto illusa come voi tutti pensate. La mia non fu l'illusione di essermi innamorata di Harris, ma l'illusione che LUI potesse davvero amarmi come qualcosa di più di un fratello!
Venni convinta che il fidanzamento fosse una cosa sbagliata: indiscreta, sconveniente, difficilmente in grado di avere successo e non meritevole. E lo credetti davvero e mi convinsi di questa falsità per molti anni.
Ma non è stata una cautela meramente egoistica quella con cui ho agito, ponendo fine il giorno dopo al nostro fidanzamento. Se non avessi immaginato di consultare anche il suo bene, ancor più del mio, difficilmente avrei potuto rinunciare a lui. La convinzione di essere prudente e generosa, soprattutto per il suo bene, fu la mia principale consolazione, nella miseria di una separazione, e una separazione definitiva. Ecco perché ho deciso di rifiutarlo da un giorno all'altro, caro lettore. E puoi biasimarmi? Cosa avresti fatto tu al mio posto?
La mattina dopo mi sono svegliata con la stessa consapevolezza della miseria con cui avevo chiuso gli occhi. Mi alzai con un forte mal di testa, non riuscivo a parlare e non volevo prendere niente da mangiare; facevo soffrire ogni momento mia sorella e rifiutavo ogni tentativo di consolazione. Chiedemmo alla servitù di preparare la carrozza e nel frattempo andai ad affrontare Harris. Non potevo scrivergli. Glielo dovevo. Inutile dire che lui era disperato e non avrebbe accettato un mio no come risposta, dopo il sì della notte precedente. Dovetti affrontare tutto il dolore aggiuntivo di opinioni, da parte sua, totalmente non convinte e irremovibili, e del fatto che lui si sentisse trattato male e che la mia rinuncia gli sembrasse, come in effetti era, molto forzata.
Oh, quanto abbiamo cercato di convincerci a vicenda che le nostre ragioni erano quelle giuste, ma lui non voleva cedere. Un bue e un mulo, un Toro e un Sagittario come noi due, ognuno fermo nelle proprie convinzioni, non avrebbero potuto essere meno testardi. Oh, fu tremendamente triste tutto quanto. Un uomo non guarisce da una tale devozione del cuore! Non dovrebbe, perlomeno, ma io avevo ingannato le sue aspettative. Avevo perso la sua buona opinione. ‘Volitiva, ostinata, egoista e ingrata’. Mi riteneva tutto questo.
Non potevo restare un altro minuto a Manydown quella mattina. Non avrei potuto guardarlo un'altra volta in quegli occhi piangenti. Le sue sorelle Kitty e Alathea si accorsero che avevo un aspetto molto malato. L'assoluta necessità di sembrare me stessa produsse uno sforzo immediato; ma dopo un po' non riuscii più a fare nulla. Cominciai a non capire una parola di quello che mi dicevano e fui costretta a invocare l'indisposizione e, disperata, dissi che me ne sarei andata a casa. Le sue sorelle erano preoccupate e non si sarebbero mosse senza di me per nulla al mondo. Così andammo via tutte insieme, nella loro carrozza. Piangemmo tutte amaramente. La mia mente era tutta in subbuglio. Coloro che soffrono poco possono essere orgogliosi quanto vogliono e possono resistere alla mortificazione, ma io non ci riesco. Arrivammo in canonica dove la mia perplessa cognata Mary - moglie di James - iniziò a interrogarmi, ma io mi rifiutai di parlarle. E poi, quando James tornò da Manydown, gli ordinai di riportarci subito a Bath! Non potevo più restare vicino a lui e a Harris un minuto di più!
Quindi, cosa pensi di me adesso?
Se ho sbagliato a cedere alla persuasione, ricorda che quando ho ceduto, pensavo fosse per il senso del dovere. Fu una persuasione esercitata dalla parte della nostra sicurezza. Tu riusciresti a desistere dal fare una cosa che avevi deciso di fare, e che sapevi essere giusta, per l'interferenza di una persona che rispetti? No, non credo che tu venga così facilmente persuasa. Quando hai preso una decisione, l'hai presa! Il tuo è il carattere della decisione e della fermezza. "Chi vuole essere felice, sia fermo nelle sue scelte", dico spesso anch’io ora. Ma devo credere di aver avuto ragione, per quanto ne abbia sofferto, che avevo perfettamente ragione a farmi guidare dalle persone che mi hanno convinta a rompere il fidanzamento. Per me erano al posto di un genitore, e il rispetto per il richiedente spesso fa sì che uno ceda prontamente a una richiesta senza aspettare che gli argomenti lo facciano ragionare.
Non fraintendermi, però. Non sto dicendo che coloro che mi hanno persuasa non abbiano sbagliato con i loro consigli. Di certo io non avrei mai dato un consiglio del genere in una circostanza di tollerabile somiglianza. Ora capisco che è stato ingiusto e debole da parte mia cedere. Come ha detto il mio amato scrittore Dr. Johnson meglio di quanto possa fare io: "Essere spinti da motivi esterni ad abbandonare la strada che il nostro cuore approva, cedere a qualsiasi altra cosa che non sia la convinzione, permettere all'opinione altrui di governare le nostre scelte o di sopraffare i nostri propositi, significa sottomettersi docilmente alla più bassa e ignominiosa schiavitù, e rinunciare al diritto di dirigere la nostra stessa vita".
Oh, se avessi letto parole così sagge allora! Ma allora avevo ragione a sottomettermi al loro consiglio. Se avessi fatto diversamente, avrei sofferto di più a continuare il fidanzamento che a rinunciarvi, perché avrei sofferto in coscienza. Non ho nulla da rimproverarmi; e se non sbaglio, un forte senso del dovere non è una parte negativa del patrimonio di una donna. Credo di aver fatto esattamente come dovevo rifiutando Harris, per amore suo. Sono seria. Non dico altro che la verità! Non avete motivo di dubitare delle mie parole.
Eppure, confesso che il mio attaccamento e i miei rimpianti hanno offuscato per lungo tempo ogni piacere della giovinezza, e una precoce perdita di spirito è stato il loro effetto duraturo, per anni non riuscii più a scrivere nulla, ma il tempo ha ammorbidito molto, forse quasi tutto il mio particolare attaccamento a lui. Non ho nulla da sperare o da temere, e nulla da rimproverargli. Grazie a Dio! Non ho quel dolore. I dettagli del mio breve fidanzamento e la persuasione a cui sono stata costretta a cedere sono noti a pochissimi tra i miei conoscenti. Le persone al di fuori dei miei parenti più stretti non sono mai state ammesse, un po’ per l'orgoglio di alcuni e la delicatezza di altri, a venirne a conoscenza. Tra coloro che mi convinsero e me, l'argomento non è più stato accennato. Io ho chiesto loro il più stretto riserbo e silenzio e loro hanno avuto abbastanza delicatezza da mantenere il segreto. Ora quella donna è morta e per quanto riguarda mio fratello, non conosciamo l'opinione l’uno dell'altro, né la sua costanza né il suo cambiamento, perché l'argomento non è stato più menzionato tra noi due. E so che mia sorella un giorno brucerà tutte le mie lettere. Ecco perché non avete trovato nulla sui miei veri motivi, nonostante tutte le vostre ricerche. Ecco perché i miei parenti "fanno congetture", ma non possono sapere tutto. Ti prego di non dire nulla a riguardo, cara lettrice. Tanto nessuno ti crederebbe. E credimi, se io non fossi stata costretta al silenzio, avrei potuto fornire prove sufficienti di un cuore spezzato anche per te!
Ma su questo argomento non ho altro da dire, non ho altre scuse da offrire. È finita, ed è stata fatto tutto per il meglio. Se qualcuno ha ferito i miei sentimenti, lo ha fatto inconsapevolmente; e anche se i motivi che li hanno guidati possono sembrarti naturalmente insufficienti, io non ho ancora imparato a condannarli, anche se non li assolvo del tutto.
Quanto a tutti gli altri, cosa ne sanno del mio cuore?
Capitano Wither
"Cosa è successo ad Harris dopo che hai rotto il fidanzamento?", ti sei chiesta.
Poco dopo la fine del nostro breve fidanzamento, Harris si fece assumere nella Milizia. Voleva fare qualcosa. Qualunque cosa. Non c'è niente come il lavoro, un lavoro attivo e indispensabile, per alleviare il dolore. Il lavoro, anche se malinconico, può dissipare la malinconia. Così, il 30 giugno 1803, si arruolò nella milizia dell'Hampshire. Si distinse subito e guadagnò presto il grado di Capitano, il Capitano Wither, sì, C.W. come il Capitano Wentworth.
Naturalmente io ero preoccupata per la sua incolumità. Nel 1803 si parlava ovunque di un'imminente invasione dei francesi con Napoleone. Volevo avere sue notizie quando sembrava che ci fosse solo la minima possibilità di ottenere informazioni. Avevo solo i quotidiani come autorità.
All'inizio mi giunse la notizia che era nella caserma di Lewes, nel Sussex, per poi trasferirsi a Brighton in estate. Brighton, quello era il posto giusto per trovare mariti e mogli! Che gelosa divenni… Fino a quando non fui minacciata di perderlo, non avevo mai saputo quanto la mia felicità dipendesse dall'essere la prima per Harris, la prima nell'interesse e nel suo affetto. A lungo, molto a lungo, avevo capito di essere stata sempre la prima per lui. Ne avevo goduto senza riflettere e solo nel timore di essere soppiantata avevo scoperto quanto fosse stato inestimabilmente importante per me. Come si poteva sopportare una sensazione simile? Cosa poteva aumentare la mia miseria se non la riflessione, mai lontana dalla mia mente, che era stata tutta opera mia? Diventai gelosa della sua stima, quando non potevo più sperare di trarne beneficio. Divenni convinta che avrei potuto essere felice con lui, quando non era più probabile che ci incontrassimo.
Devo ammettere che, mio malgrado, avevo ammesso la speranza, finchè lui rimaneva celibe, che sarebbe accaduto qualcosa che gli avrebbe impedito di sposare un'altra; che qualche risoluzione sua, qualche mediazione di amici, sarebbe intervenuta per aiutare la felicità di noi tutti. Dopo tutto, se lui avesse voluto rivedermi, non avrebbe dovuto aspettare; avrebbe fatto quello che, credo, al suo posto avrei fatto io da tempo. Mi avrebbe chiesto una seconda volta di sposarlo.
Ma non l'ha mai fatto...
Evidentemente, dopo che gli ho spezzato il cuore, l'obiettivo di Harris era quello di sposarsi e aveva tutta l'intenzione di farlo non appena avesse potuto essere adeguatamente attratto da qualcuna. Una volta arruolato nella Milizia, era pronto a innamorarsi con tutta la rapidità che una mente lucida e un gusto veloce potevano consentirgli. Il suo cuore era pronto a darsi a qualsiasi giovane donna piacevole che gli fosse capitata a tiro, che non fossi io. Un po' di bellezza, qualche sorrisino e qualche complimento, e il capitano Wither era un uomo perduto. E così fu…
La giovane donna dall'aspetto elegante che divenne presto la sua fidanzata era la signorina Anne Howe Frith, una giovane ricca, figlia di un'ereditiera di Brook House, sull'Isola di Wight, e il cui padre era il tenente di Harris nella Milizia. La donna perfetta che mio fratello e quella donna avrebbero sognato per lui.
Ricevetti presto la conferma del fidanzamento attraverso una conoscenza comune e meno di un anno dopo, nel novembre 1804, si sposarono e tutte le mie speranze di una seconda proposta svanirono per sempre.
Un uomo che è stato rifiutato una volta... Come potevo essere così sciocca da aspettarmi un rinnovo del suo amore? C'è qualcuno tra gli uomini che non protesterebbe contro una debolezza come il fare una seconda proposta di matrimonio alla stessa donna? Non esiste una cosa più indegna e più ripugnante per i loro sentimenti! Eppure, mio fratello Henry si è dichiarato due volte a Eliza. Non tutti gli uomini sono orgogliosi e risentiti come lo è stato Harris. Ma come posso biasimarlo? L'ho trattato male, l'ho abbandonato e deluso; e peggio ancora, nel farlo ho mostrato una debolezza di carattere che il suo carattere deciso e sicuro non poteva sopportare. L'ho abbandonato per fare un favore ad altri. È stato l'effetto di un'eccessiva persuasione. È stata debolezza e timidezza. Il fatto che non sia tornato alla carica con una perseveranza inespugnabile, non può essere perdonato? Riusciva a pensare a me solo come a una persona che si era arresa, che aveva rinunciato a lui, che era stata influenzata da qualcuno piuttosto che da lui. Forse si era immaginato di essermi ormai indifferente, mentre era solo arrabbiato; ed era stato ingiusto verso i miei meriti, perché ne aveva sofferto.
Ma ormai io sono sicura che Anne è la moglie perfetta che molti desideravano per lui. Ho sentito dire che la signora Lefroy e tutti i suoi vicini di casa erano molto contenti di lei quando è arrivata nel quartiere. In effetti, la signora Lefroy è stata la prima a riceverli da sposati, a Quidhampton. Tutti li considerano una coppia molto felice e io non ho dubbi che siano felici insieme, conoscendo lui. Anzi, credo che siano molto legati e molto sinceramente. Hanno già alcuni figli ormai. Una bambina si chiama Jane, ma poiché Jane era il nome della nonna di Harris, ti suggerisco di trattenerti dal trarre le tue solite conclusioni romantiche! Ti conosco!
Per quanto riguarda la lettera con la proposta di matrimonio, non ci penso più e l’ho bruciata. I sentimenti di chi l'ha scritta e di chi l'ha ricevuta sono oggi così diversi da quelli di allora che ogni circostanza dovrebbe essere dimenticata. Le sue sorelle, che sono ancora mie ottime amiche, mi raccontano che lui vive la vita di un signorotto di campagna, diligente nel lavoro di magistrato, gentile con i poveri e amato dalla sua famiglia, che è molto ospitale in casa sua e che si trova poco a suo agio tra gli estranei della nobiltà. Non ama i grandi personaggi famosi, né le belle carrozze veloci. Tutti i suoi desideri si sono sempre concentrati sulle comodità domestiche e sulla tranquillità di una vita privata.
Non abbiamo più parlato insieme, non abbiamo avuto rapporti se non quelli richiesti dalla più comune civiltà. Una volta ci si frequentava così tanto! Ora niente! Non potevano esistere due cuori più aperti, due gusti così simili, due sentimenti così unanimi dei nostri. E ora siamo come estranei; anzi, peggio che estranei! Il nostro è un allontanamento perpetuo. Io credo nell'assoluta impossibilità, in base alla mia conoscenza della sua mente, che egli si sia dimenticato di me più di quanto io mi sia dimenticata di lui. Ci deve essere la stessa associazione immediata di pensieri, anche se sono certa che non vi sia lo stesso dolore.
Ma non riesco a pronunciare un'altra frase: il mio cuore è troppo gonfio di dolore, il mio respiro troppo oppresso. Se lo amassi di meno, parlerei di più. Non c'è altro da dirti. Harris potrà vivere nella mia memoria come l'uomo più amabile che io abbia mai conosciuto, ma questo è tutto. Non ho nulla da sperare o da temere e nulla da rimproverargli.
Dubiterai di me, ma non ne hai motivo. Quando il dolore finisce, il ricordo diventa spesso un piacere. Forse un giorno scriverò di lui in un romanzo e sfogherò lì i miei sentimenti. Ma per ora, mia cara lettrice, questo argomento è chiuso tra noi.
Da quest'ora l'argomento non dovrà più essere ripreso...
P.S. Rileggendo le ultime tre o quattro pagine, mi rendo conto di essermi espressa in maniera così dubbia, che mi lusingo che da tutta questa descrizione tu possa aver capito ben poco di ciò che è realmente accaduto quella notte. Il cielo non voglia che io incoraggi così tanto le spiegazioni da darne una chiara in qualsiasi occasione!
Ti prego di prendere le forbici il più presto possibile dopo aver ricevuto questa lettera o, meglio ancora, di bruciarla!
Con affetto,
J. AUSTEN
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Questo è un estratto dal libro: “Lettere di Jane Austen a una lettrice”, un’opera di fiction. Sebbene la maggior parte delle frasi di questa lettera siano davvero state scritte da Jane Austen, sono state qui accuratamente selezionate, assemblate e riordinate a partire da frasi nei suoi romanzi e dalle sue lettere per rappresentare la ricostruzione immaginaria dell'autrice Aida V. Eltanin di alcuni eventi della vita di questa scrittrice. Sebbene alcuni dei fatti principali della vita di Jane e Harris siano stati raccolti da una varietà di fonti originali, gli episodi, luoghi, date e nomi qui descritti sono utilizzati in modo fittizio. Qualsiasi somiglianza con persone vive o morte è del tutto casuale.